CALCIO - Lazio corsara a Genova. Cuore, muscoli e tre punti pesanti
I biancocelesti, bel gioco e tanto agonismo, tornano alla vittoria con il ritorno di Gentiletti al Marassi, suo il gol decisivo
17.05.2015 - Cristiano Di Silvio
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Foto di Amedeo Rolla
CORSI E RICORSI - Poi dici le combinazioni. La Lazio che passa a Genova, vincendo la prima delle tre finali di campionato (per quella, vera, di Coppa Italia l'appuntamento è per il prossimo mercoledì 20 maggio 2015 allo Stadio Olimpico di Roma), sfida i corsi e ricorsi storici facendosene stavolta beffe. I tre punti li porta Santiago "El Chueco" Gentiletti, che questo stadio se lo ricordava bene, perché qui il crociato traditore saltò come una corda di violino . Ero lo scorso Settembre, la Lazio incantava ma concretizzava la metà di quello che produceva. "Lo Storto" abbandonò una squadra che era un giocattolo in costruzione; l'ha ritrovata otto mesi dopo, formidabile compagine pronta a lottare centimetro per centimetro per un posto nell'Europa che conta. E ha fatto il suo, anche di più. Pioli può sorridere: la Lazio vince contro un avversario ostico e disposto a non regalare nulla, i calcoli UEFA li stanno facendo anche i blucerchiati. Ora Pioli e i suoi puntano spediti l'occhio del ciclone, Juve, Roma e Napoli, questi gli ostacoli. Ma l'obiettivo è l'azzurro oltre le nubi, è guardare tutti dall'alto.
LOTTA E STRATEGIA - Eccola la Lazo che sale a Genova: concentrata, corta e soprattutto davvero pronta alla battaglia. Perché, diciamocelo chiaramente, in molti pensavano che i veleni post-Inter avessero compromesso lo spirito della rosa in profondità, fiaccando quello che Pioli ha individuato come l'arma per combattere le ultime battaglie, vale a dire la convinzione nei propri mezzi. In aggiunta a ciò, dopo Biava e Reja, Hernanes e Mancini, molti tremavano pensando all'accoppiata De Silvestri-Mihajlović. Come a dire: quando l'ex si mette di traverso... Non succederà nulla: la grinta, la voglia, il coraggio e la tattica di Pioli, trasformano la trasferta ligure in una convincente affermazione. Si rivede Lulic, in porta Berisha sostituisce lo squalificato Marchetti, ma soprattutto ritorna il centrale argentino Gentiletti: Santiago di nome e di fatto, il suo cammino verso il recupero comincia e finisce al Ferraris. Pronti via, ed è battaglia: contrasti, velocità, agonismo da vendere, ma sempre nei limiti. La posta è alta per entrambe le squadre, ma i tecnici sono bravi a mantenerla sul piano tattico e a sfidarsi come a scacchi: muovi tu che muovo io, chi prima imbriglia l'altro vince. Lazio pronta a ripartire, Samp a testa bassa, provando a sfondare. La gara sale di tono e in dieci minuti dà il meglio di sé: al 28' Felipe accende il turbo e dal fondo, scodella in mezzo per l'accorrente Klose, anticipato al limite dell'autogol dal centrale blucerchiato Romagnoli. La manovra, fulminea, arriva a somma di un presidio laziale sempre più crescente. Ma Sinisa e soci a mollare non ci pensano proprio: è il 30' quando Soriano, lanciato in profondità, strozza troppo la conclusione. È sul finire del tempo, però, che la Samp sbaglia e impreca: De Silvestri, spiritato, si libera di Ledesma (polmoni e cuore da vendere), mette in mezzo dalla destra per Obiang che, incredibilmente, alza sulla traversa di Berisha. Al riposo col fiatone ma con la porta ancora imbattuta: proprio quello che chiedeva Pioli.
SOLO LAZIO - La Lazio di Pioli ha un merito: ricomincia da dove lascia. E il secondo tempo visto a Marassi, questo dice: ancora più che nella prima frazione, i biancocelesti nella ripresa si prendono la partita, sprecando almeno quattro palle gol, frutto di un'imbarazzante supremazia dei soliti Lulic, Candreva e Felipe Anderson, bravi a scaricare il contachilometri, a far perdere la bussola ai vari Regini, Obiang, Soriano. Basta una palla persa dai padroni di casa o recuperata da Parolo, sventagliata dal colosso Ciani o dagli inappuntabili Radu e Basta. La Lazio dà l'impressione di voler concretizzare quanto professato dal proprio tecnico per tutta la settimana. E la Samp? Il tecnico serbo capisce l'antifona, comprende perfettamente che di fronte ha un muro di compattezza e di convinzione, difficile da scalfire con le punte spuntate di Muriel e di Eto'o. Nella seconda frazione, i blucerchiati spariscono dalla scena, quasi senza disturbare. Buon per Pioli, che rigetta nella mischia anche De Vrij, a caccia del minutaggio necessario per una maglia in Coppa Italia. Finisce così: la Lazio si prende i tre punti (anche se infuriano le polemiche a fine gara per la trattenuta di Klose su Viviano in occasione del gol di Gentiletti), il secondo posto in attesa delle altre, ma poco importa: Pioli, i giocatori, i tifosi festanti: un tutt'uno. La Lazio, la sua Champions, già l'ha raggiunta.
IL TABELLINO
SAMPDORIA-LAZIO 0-1
Marcatori: 54' Gentiletti (L)
SAMPDORIA (4-3-1-2) : Viviano; De Silvestri, Silvestre, Romagnoli, Regini; Acquah (62' Rizzo), Palombo (81' Okaka), Obiang; Soriano; Muriel, Eto'o (61' Bergessio).
A disp: Romero, Duncan, Correa, Munoz, Coda, L. Djordjevic, Marchionni, Wszolek, Cacciatore.
All. Mihajlovic.
LAZIO (4-3-3): Berisha; Basta, Gentiletti (76' de Vrij), Ciani, Radu; Parolo, Ledesma, Lulic; Candreva (83' Mauri), Felipe Anderson, Klose (70'F.Djordjevic).
A disp. Guerrieri, Strakosha, Braafheid, Cavanda, Novaretti, Cataldi, Onazi, Keita, Perea.
All. Pioli.
ARBITRO: Mazzoleni (sez. Bergamo). ASS.: Manganelli, Vuoto. IV: Galloni. ADD.: Tagliavento, Giacomelli.
NOTE. Ammoniti: 16' Palombo (S), 40' Silvestre (S)
Recupero: 3' st.
Galleria fotografica - per gentile concessione di Amedeo Rolla
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